Mance nei casinò in Italia, come comportarsi e come si dividono

Dare una mancia in un casinò in Italia fa parte di quelle “regole non scritte” che ogni giocatore dovrebbe conoscere prima di accomodarsi a un tavolo. Uno dei nodi più grandi riguarda la ripartizione del denaro. Non tutto, infatti, viene incassato dal croupier perché una parte va alla casa.
Alice Moro, Author at imiglioricasinoonline.net Scritto da: Alice Moro

Pubblicato il: 21.05.2025

Croupier con in mano delle fiches

Come viene divisa una mancia tra croupier e casinò

A regolare la gestione delle mance nei casinò in Italia, ci pensa l’articolo 46 della Costituzione. Qui si legge – nella parte relativa alla ripartizione delle mance – che c’è una distinzione interna tra i vari giochi proposti nelle case da gioco. La suddivisione della cifra avviene tra i croupier e i casinò.

Nel ramo dei giochi da tavolo, vi è una prima distinzione tra lo chemin de fer e le altre specialità. Nel primo caso l’azienda incassa il 54% della mancia, lasciando il restante 46% al personale. Negli altri giochi, invece, i dipendenti guadagnano il 60%, mentre il 40% viene trattenuto dall’azienda. Il 66% delle mance del reparto slot va al personale.

Stando a quanto compare nel decreto n. 314/97, i gestori delle case da gioco non dovrebbero trarne alcun guadagno, in quanto finanzia le vincite dei giocatori che, a propria volta, elargiscono la suddetta mancia al croupier o comunque ai membri del personale.

Casinò, la questione mance e i diritti dei gestori

A regolare questa situazione è una sentenza della Suprema Corte di Cassazione. In essa, il 18 maggio 1976, si legge che il croupier che riceve la mancia, dopo averla ritirata dal giocatore vincente, è tenuto a ripartirla con gli altri addetti e col gestore. Tuttavia, secondo un’altra sentenza della Cassazione risalente al 1954, la mancia non è un diritto originario del gestore.

Inoltre, subentra anche la questione fiscale. Le mance sono comprese, secondo l’articolo 3 lettera i) del decreto legislativo n. 314/97, tra i redditi di lavoro dipendente. Per questo motivo sono tassabili ai fini Irpef sul 75% dell’importo percepito ogni anno. Tra l’altro anche il gestore versa una percentuale sugli introiti incassati nella ripartizione delle mance.

La ripartizione delle mance tra i croupier e il casinò è prevista non da una legge, ma da un uso normativo. Si tratta di “leggi non scritte”, ovvero comportamenti divenuti convenzionali con il passare del tempo in quanto accettati passivamente dalle parti, ovvero dipendenti e azienda. Ecco allora spiegato il motivo per cui le mance vengono suddivise quasi equamente.

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