Broker “ludopatico”, Casinò di Venezia sanzionato dalla Cassazione

Circa 10 anni fa, aveva fatto scalpore il caso del broker finanziario che confessò di aver giocato e perso circa €10 milioni dei suoi clienti nei casinò, di cui 4 milioni a Venezia. Oggi, la Corte di Cassazione, ha sanzionato la casa da gioco lagunare per mancata vigilanza.
Claudio Poggi, Author at imiglioricasinoonline.net Scritto da: Claudio Poggi

Pubblicato il: 21/11/2025

Fiches e martelletto 

Il Broker che si “ballava” milioni (non suoi)

Circa dieci anni fa, balzò agli onori delle cronache il caso di un broker finanziario, che si era presentato spontaneamente in caserma a Forlì per confessare di aver perso un sacco di soldi al casinò. Il problema è che i soldi non erano suoi, ma dei clienti della sua attività di broker finanziario.

Si scoprì così che l’uomo, tra il 2011 e il 2015, aveva giocato e perso quasi 10 milioni di euro appartenenti ai suoi clienti, in diversi casinò. In particolare, era stata la casa da gioco di Venezia, a beneficiare delle perdite del broker, per circa 4 milioni. Confessando, l’uomo aveva evitato il carcere, ma non il processo penale.

Come da consolidata prassi tutta italiana, però, il processo va per le lunghe. Si arriva così a sentenza solo nel 2023, quando gli investitori derubati, tutti costituitisi parte civile, speravano in una condanna del broker per truffa. E invece, l’uomo venne assolto perché erano appena trascorsi i 7 anni e mezzo previsti dalla legge per la prescrizione di questo tipo di reati.

Perché il casinò è responsabile e la beffa finale

In quel caso, accanto alla prescrizione del broker, la Corte d’Appello aveva sanzionato il Casinò di Venezia con una multa da 250.000 euro, per mancata vigilanza. Così, mentre appare sempre più evidente che in Italia abbiamo un gigantesco problema con la tutela degli investitori, si discute soltanto delle responsabilità della casa da gioco, confermate pochi giorni fa dalla Cassazione.

Il Casinò aveva fatto ricorso sostenendo di aver rispettato i suoi criteri previsti: verificare che il denaro cambiato venga giocato, vigilare su eventuali passaggi di fiches e che le vincite siano intestate al titolare. Tutti questi parametri erano stati soddisfatti dalla condotta del broker. Secondo la Cassazione, però, il casinò deve fare una valutazione globale sul comportamento del cliente.

La “due diligence” che spetta alla casa da gioco, per la Cassazione, non è solo qualche spunta da inserire su un modulo. Dinanzi a certe cifre, il casinò avrebbe dovuto muoversi diversamente e gli indizi c’erano. Lo dimostrano i pagamenti del broker con assegni circolari provenienti da 20 banche, che erano state chiamate in solido a rispondere del reato. Ma la prescrizione aveva salvato anche loro.

Ex giornalista sportivo, da sempre appassionato di tutto ciò che è gioco. Sono il responsabile editoriale di IMCO e mi occupo di creare e supervisionare i contenuti.