La psicologia del gambling: perché giochiamo d’azzardo?

Scritto da: Federico Cremonesi - Pubblicato il: 17.05.2021
Il gioco d’azzardo fa parte della storia dell’umanità. Dal “quanto scommettiamo?” detto ad un amico, a fare il tifo per una squadra dopo aver puntato tramite un bookmaker, arrivando agli anni passati a imparare come contare le carte e a memorizzare strategie nella speranza di battere il banco, c’è qualcosa nella natura del gambling che sembra toccare una delle nostre corde. Ma quale, esattamente? E soprattutto, come controllarci per evitare di uscire dal casinò in braghe di tela? Ecco, secondo gli psicologi, cosa motiva un gambler.
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Il gambling crea l’illusione del controllo

I nostri cervelli sono predisposti a fidarsi troppo di se stessi. Pensate all’illusione della conoscenza, che può lasciarci un falso senso di sicurezza sulle decisioni che siamo chiamati a prendere ogni giorno: il nostro cervello semplicemente si rifiuta di ammettere che non conosciamo qualcosa di ovvio, o che non riusciamo a fare stime precise.

Questa fiducia esagerata viene amplificata dall’illusione del controllo che il gambling ci dà, pensando che la nostra abilità possa influenzare un risultato definito invece dal caso. Gli psicologi hanno individuato due fattori principali che contribuiscono all’illusione del controllo di un giocatore d’azzardo: l’andarci vicino e le scelte personali.

Andarci vicino

L’andarci vicino appare in molte forme di gambling, e può essere descritto in generale come sfiorare il jackpot senza però vincerlo. Capita ad esempio quando vi manca un numero per vincere alla lotteria, o quando la pallina della roulette online si ferma proprio accanto al numero su cui avevate puntato.

Quando queste “quasi vittorie” si verificano con un certo grado di frequenza, il giocatore d’azzardo è spinto a continuare a puntare, nella speranza che la vittoria sia in realtà vicina e nell’illusione che il miglioramento delle proprie abilità porterà infine al successo.

Scelte personali

L’illusione del controllo viene determinata anche dall’idea delle scelte personali. In situazioni in cui al giocatore viene data l’opportunità di avere un ruolo attivo (come scegliere il numero su cui puntare, o tirare i dadi al tavolo del craps), si crea per l’appunto l’illusione che il giocatore stesso possa influenzare in qualche modo l’esito finale. In realtà, tutto è governato semplicemente dalla casualità.

La fallacia dello scommettitore

La cosiddetta fallacia dello scommettitore è quell’erronea motivazione che crea false aspettative nel giocatore, convinto di poter predire o influenzare il risultato di un gioco di fortuna. In questo caso, il giocatore attribuisce maggiori probabilità di successo ad un determinato risultato, in base ai precedenti. In pratica, è ciò su cui si basano le strategie progressive alla roulette: la credenza che continuando a puntare, e incrementando il valore della puntata, prima o poi il “rosso” uscirà. In realtà, anche dopo 100 numeri neri, le probabilità che esca un altro nero sono sempre 50/50.

Tra le illusioni, quella che cambiare la dimensione (o la progressione) delle puntate possa aiutare a vincere è una delle più comuni. In realtà, gli esiti precedenti non influenzano quelli futuri e non si può utilizzare il concetto di bilanciamento a lungo termine come strategia sicura. Se continuate ad aumentare la puntata, prima o poi raggiungerete il livello massimo e anche una vincita non servirà a coprire le perdite precedenti.

L’avversione alle perdite

Nessuno comincia a giocare d’azzardo con l’idea di perdere. Perdere, per usare un eufemismo, è irritante. Alcune ricerche hanno dimostrato come le persone che piazzano una puntata immediatamente dopo aver perso sono in realtà più motivate dalla frustrazione per la sconfitta che dall’entusiasmo per una possibile vincita.

Nel lungo periodo, i giocatori che perdono pesantemente continuano a giocare non tanto per l’emozione di una grossa vincita, ma nel tentativo di coprire le perdite precedenti, non rendendosi conto che questa forma mentis difficilmente li porterà al successo. Questa tendenza a inseguire le perdite è una delle caratteristiche chiave del gioco d’azzardo compulsivo.

FAQ

Il gioco, azzardo compreso, fa parte della storia dell’umanità sin dalla notte dei tempi. Capire perché l’uomo si dedica al gambling, però, non è così semplice. Forse avete ancora qualche dubbio da sciogliere? Se è così, potete dare un’occhiata alle domande più frequenti sul gioco d’azzardo e sul perché le persone lo praticano.

❓ Che cosa spinge le persone a giocare d’azzardo?

Il motore principale che spinge la gente a giocare d’azzardo è l’illusione del controllo, cioè la falsa convinzione che, tramite la propria bravura e le proprie azioni, un giocatore possa controllare l’esito di un gioco che, invece, è dettato completamente da elementi casuali.

🎲 Quali sono le principali forme di gambling?

Roulette, blackjack, slot machine e poker sono tutte forme di gioco d’azzardo che si possono trovare tanto nei casinò terrestri, quanto nei migliori casinò online. Gambling, però, vuol dire anche scommesse sportive, bingo e lotterie, cioè sostanzialmente qualsiasi attività che preveda giocate e vincite in denaro.

💪 È possibile influenzare l’esito di un gioco di fortuna?

Purtroppo no. Molti giocatori d’azzardo credono che le loro scelte personali siano in grado di aumentare o diminuire le probabilità di vittoria, ma questo non corrisponde a realtà. Solo nei giochi di abilità, le decisioni prese del giocatore possono influenzare i risultati finali.

🎰 Che cos’è la fallacia dello scommettitore?

Quella che in gergo si definisce the gambler’s fallacy, o appunto la fallacia dello scommettitore, è l’erronea convinzione che gli esiti di una giocata precedente siano correlati in qualche modo a quelli delle giocate a venire. Anche se gli ultimi 10 numeri usciti sulla roulette sono pari, non è affatto più probabile che l’undicesimo sia dispari.

💵 Che cosa spinge un giocatore a continuare a giocare anche se ha perso molto?

Molto spesso, un giocatore d’azzardo non smette di giocare non tanto perché vuole vincere, ma perché vuole recuperare le perdite. Questo condizionamento psicologico, chiamato avversione alle perdite, attiva in realtà una spirale negativa che raramente porta ai successi sperati.

Appassionato di giochi di lungo corso, sono il fondatore e principale autore di questo sito e lieto di poter condividere con voi tutti i segreti del gioco online.