Trump fa sequestrare dieci casinò: dietro ci sarebbe “El Chapo”
Donald Trump ci ha abituato a mosse clamorose e non si è smentito neanche stavolta. Il presidente USA ha fatto mettere sotto sequestro dieci casinò USA, con accuse di riciclaggio a beneficio dei narcos messicani, in particolare “El Chapo” Guzmán.
“Riciclavano per El Chapo”: Trump chiude 10 casinò
Di Donald Trump si può dire e pensare di tutto, ma non che non abbia il senso dello spettacolo. Il presidente USA ha sconvolto il settore del gambling americano, con ben dieci casinò posti sotto sequestro insieme ad altre aziende. Il collettore del tutto è la famiglia Hysa, di origini albanesi ma emigrata in Messico.
L’uomo-chiave dell’inchiesta è Luftar Hysa, 57enne imprenditore che è stato autore di una incredibile scalata verso il successo, insieme ad altri membri della sua numerosa famiglia: Arben, Fabian, Fatos e Ramiz Hysa. Secondo le accuse del Financial Crimes Enforcement Network, agenzia governativa che ricerca crimini finanziari, gli Hysa riciclavano il denaro del cartello di Sinaloa.
Si tratta proprio del sanguinario cartello, uscito vincitore dalla lunga guerra tra narcos che magari avete letto o visto nelle varie serie televisive dedicate, che faceva capo a Joaquín “El Chapo” Guzmán, da qualche anno in un carcere di massima sicurezza in USA, e che recentemente ha perso anche lo storico luogotenente del Chapo, Ismael “El Mayo” Zambada, anch’egli arrestato.
Come gli Hysa avrebbero riciclato il denaro
Non si può dire che si tratti di una novità, perché la guerra ai narcos era una delle promesse elettorali di Donald Trump, prima dell’ultima elezione, insieme alla lotta all’immigrazione e in particolare dal Messico. Ad oggi, gli americani sembrano apprezzare, anche se i dati sull’immigrazione sono strani.
L’apprezzamento personale del presidente sembra invece in calo, anche se molto dipenderà dall’esito di alcune operazioni, e questa contro gli Hysa e il cartello di Sinaloa è un bel test. Secondo le accuse, Luftar Hysa avrebbe messo su un sistema molto complesso che utilizza casinò, ristoranti e altre aziende più o meno di facciata, per riciclare i narcodollari di Sinaloa.
I flussi avvenivano tramite metodologie mirate ad attirare poco l’attenzione, come depositi sotto i 90.000 pesos, su più conti e mai in giorni consecutivi. Così sarebbero avvenuti i pagamenti degli uomini di Sinaloa. Vedremo come andrà a finire l’inchiesta e quale sarà la ricaduta su un settore, quello dei casinò terrestri, che era un po’ preoccupato per la rielezione di Trump.
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