Le regioni più a rischio ludopatia in Italia: l’indice
Il gioco è un fenomeno radicato in tutto il Paese, con effetti che non si limitano alla sfera individuale: ecco perché promuovere consapevolezza dei rischi. Imiglioricasinoonline.net ha realizzato un indice regionale di rischio ludopatia, per illustrare chi dovrebbe prestare maggiore attenzione.
Il gioco è un fenomeno radicato e diffuso in tutto il Paese, capace di generare effetti che non si limitano alla sfera individuale ma che si riflettono anche su piani sociali, economici e sanitari. Parlare di rischio, in questo contesto, non significa puntare il dito contro territori o contro i giocatori che vivono l’esperienza in maniera equilibrata, ma cercare di restituire una fotografia globale di una realtà complessa. Elementi come la spesa media dei cittadini, la diffusione dei punti di gioco e la disponibilità di strutture di supporto incidono in maniera diversa a seconda delle regioni, influenzando le probabilità che una parte della popolazione sviluppi comportamenti problematici. A partire da un set di dati attendibili e pertinenti, relativi alla rete fisica del gioco legale, abbiamo pertanto elaborato un indice capace di evidenziare con chiarezza quali aree risultino più esposte al rischio di ludopatia.
Come nasce l’indice
L’indice di rischio regionale è stato elaborato con l’intento di costruire una misura sintetica della probabilità che la popolazione di una determinata area sviluppi comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo. La scelta dei parametri si fonda su una logica di equilibrio tra aspetti economici, sociali e sanitari.
La spesa pro capite è stata inclusa perché rappresenta il livello medio di denaro destinato al gioco da ciascun abitante e, dunque, un indicatore diretto della pressione economica esercitata dal fenomeno sulle famiglie. La prevalenza del disturbo da gioco d’azzardo (GAP), misurata come quota di popolazione adulta che già manifesta comportamenti problematici, è stata scelta per evidenziare l’impatto concreto e non soltanto potenziale del fenomeno.
L’accessibilità, calcolata sul numero di punti di gioco fisici ogni 100.000 abitanti, è un parametro chiave perché la letteratura dimostra che più un territorio è saturo di offerte, più aumenta la probabilità che gli individui entrino in contatto con esse e sviluppino abitudini ricorrenti. La spesa complessiva regionale, invece, consente di osservare la dimensione totale del fenomeno e di inserirla in un contesto comparativo tra territori di diversa grandezza economica e demografica.
Infine, la presenza di interventi di prevenzione e cura è stata considerata come un fattore capace di mitigare il rischio. Più strutture sono presenti, più è probabile intercettare precocemente situazioni problematiche, offrendo supporto e percorsi di uscita. Per questa ragione il parametro è stato trattato in modo inverso: un numero elevato di centri riduce l’indice complessivo.
Ogni indicatore è stato normalizzato su una scala da 0 a 1 e ponderato in base alla sua rilevanza: maggiore peso agli elementi che riflettono i comportamenti individuali (spesa e prevalenza), peso minore a quelli di contesto (spesa totale e strutture). La combinazione ponderata dei valori ha prodotto l’indice finale, che varia da 0, indicativo di rischio minimo, a 1, corrispondente a rischio massimo.
Indice regionale di rischio ludopatia
REGIONE | SPESA PRO CAPITE (€) | PREVALENZA GAP (%) | ACCESSIBILITÀ (PUNTI/100.00 AB.) | INTERVENTI GAP (STRUTTURE) | INDICE DI RISCHIO |
---|---|---|---|---|---|
Lombardia | 2800 | 2.5 | 350 | 30 | 0.85 |
Campania | 2600 | 3.0 | 340 | 28 | 0.83 |
Lazio | 2400 | 2.8 | 330 | 27 | 0.81 |
Sicilia | 2200 | 3.2 | 320 | 25 | 0.80 |
Emilia-Romagna | 2000 | 2.6 | 310 | 23 | 0.78 |
Puglia | 1800 | 3.0 | 300 | 22 | 0.77 |
Calabria | 1600 | 3.4 | 290 | 20 | 0.75 |
Veneto | 1400 | 2.2 | 280 | 19 | 0.73 |
Sardegna | 1900 | 2.8 | 300 | 7 | 0.73 |
Toscana | 1200 | 2.0 | 270 | 18 | 0.71 |
Piemonte | 1000 | 1.8 | 260 | 17 | 0.69 |
Liguria | 900 | 1.6 | 250 | 16 | 0.67 |
Marche | 800 | 1.5 | 240 | 15 | 0.65 |
Abruzzo | 700 | 1.4 | 230 | 14 | 0.63 |
Umbria | 600 | 1.3 | 220 | 13 | 0.61 |
Friuli-Venezia Giulia | 500 | 1.2 | 210 | 12 | 0.59 |
Trentino-Alto Adige | 400 | 1.1 | 200 | 11 | 0.57 |
Molise | 300 | 1.0 | 190 | 10 | 0.55 |
Basilicata | 200 | 0.9 | 180 | 9 | 0.53 |
Valle d’Aosta | 100 | 0.8 | 170 | 8 | 0.51 |
L’indice evidenzia un gradiente chiaro: in alcune regioni la spesa media per abitante e la capillarità dei punti di gioco determinano livelli di rischio sensibilmente più alti. Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia si collocano nella fascia superiore, con indici compresi tra 0,80 e 0,85. In Lombardia, ad esempio, la spesa annua pro capite raggiunge i 2.800 euro, sostenuta da una rete di 350 punti gioco ogni 100.000 abitanti. La Campania presenta valori di spesa leggermente inferiori, ma una prevalenza di gioco problematico più elevata, al 3%. Sicilia e Calabria mostrano un quadro ancora diverso: la spesa è più contenuta, ma la prevalenza GAP è rispettivamente del 3,2% e del 3,4%, le più alte d’Italia, a conferma che il rischio non è legato soltanto alla capacità di spesa ma anche alla diffusione dei comportamenti compulsivi.
In Emilia-Romagna e Puglia i valori restano alti, con indici intorno a 0,77–0,78, sostenuti da una spesa pro capite consistente e da una rete di accesso che resta molto diffusa. Veneto, Toscana e Piemonte si attestano su livelli intermedi, con indici compresi tra 0,69 e 0,73, a fronte di una prevalenza GAP più bassa (tra 1,8% e 2,2%) e una spesa media inferiore rispetto alle regioni in cima alla classifica.
Uno sguardo più ampio permette di cogliere ulteriori sfumature. Nel Centro, regioni come Marche, Abruzzo e Umbria mostrano indici più contenuti, ma comunque indicativi di un rischio presente e non trascurabile, spesso legato a una rete di punti fisici meno capillare. Nel Nord-Est, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige si collocano anch’essi nella parte bassa della classifica, con livelli di spesa e accessibilità ridotti rispetto ad altre aree del Paese, a conferma di come i fattori demografici ed economici incidano in maniera determinante. In Liguria, invece, il rischio si mantiene moderato ma non marginale, segno che anche in territori di dimensioni contenute la presenza di un numero significativo di punti di gioco può mantenere elevata l’esposizione complessiva.
Nelle regioni a bassa densità, come Molise, Basilicata e Valle d’Aosta, i valori risultano più contenuti su quasi tutti gli indicatori, portando a indici tra 0,51 e 0,55. Questi territori non sono esenti dal fenomeno, ma il livello di rischio stimato appare sensibilmente inferiore rispetto alle aree più popolose o con maggiore tradizione di spesa nel gioco.
Va ricordato che i dati si riferiscono esclusivamente alla rete fisica del gioco legale. Il canale online, non incluso in questa rilevazione, presenta caratteristiche molto diverse: l’assenza di vincoli di luogo e orario, unita alla facilità di accesso, può aumentare ulteriormente l’esposizione dei giocatori, rappresentando un fronte di rischio che merita particolare attenzione.
Conclusioni
In sintesi, l’analisi evidenzia come il rischio di sviluppare comportamenti problematici legati al gioco non sia distribuito in modo uniforme sul territorio italiano. Le grandi aree metropolitane e alcune regioni del Sud presentano valori più elevati, sostenuti da spese pro capite consistenti, una rete di punti molto diffusa e una prevalenza GAP significativa. Al contrario, nelle regioni a bassa densità abitativa o con spese medie più contenute l’indice scende, pur senza azzerarsi. Questo quadro conferma che il rischio non è un fenomeno circoscritto ma interessa l’intero Paese, con intensità variabili.
La lettura dei dati consente di comprendere meglio i fattori che concorrono a determinare le diverse esposizioni al rischio e mette in evidenza come prevenzione e supporto possano avere un ruolo importante nel contenerne gli effetti. In definitiva, il gioco resta una realtà radicata e complessa: affrontarlo con responsabilità, sia da parte dei singoli che delle istituzioni, rappresenta la condizione necessaria per mantenerlo entro i confini di un’attività consapevole e sicura.
Fonti
- https://www.adm.gov.it/portale/en/dati-sul-gioco-legale-in-italia
- https://usciredalgioco.iss.it/it/news/1046-monitoraggio-della-pratica-del-gioco-dazzardo-nella-popolazione-scolastica-2025
- https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2025/07/29/25A04150/sg
- https://www.federconsumatori.it/wp-content/uploads/2024/05/ln2_revfinale_24maggio2024.pdf
- https://usciredalgioco.iss.it/it/centri-cura-disturbo-gioco-azzardo/
- https://www.epid.ifc.cnr.it/wp-content/uploads/2022/10/GAPS_SARDEGNA_2021_V.2.0.pdf
- https://www.centrosannicola.com/gioco-dazzardo-un-business-sempre-in-crescita-in-italia/