VLT milionaria a Roma, la Cassazione: "500mila euro al vincitore"
Torna a far discutere la vicenda legata alla vincita da 9 milioni di euro ottenuta in una sala VLT di Roma ad aprile 2012. Un caso che si è trascinato fino alla Corte di Cassazione, i cui giudici hanno preso una decisione pressoché definitiva sul contenzioso.
Il caso della VLT da 9 milioni a Roma
Il giorno in cui la vita di un fortunato giocatore ha rischiato di cambiare del tutto è il 16 aprile del 2012. Il protagonista di questa vicenda stava giocando a una videolottery in un centro scommesse di Roma, quando a un certo punto la macchinetta ha segnalato la conquista di un jackpot incredibile: 9 milioni e mezzo di euro.
Una volta realizzato l’episodio clamoroso, il giocatore ne ha fatto cenno ai gestori della sala. Questi ultimi non potevano credere ai loro occhi e hanno subito preso atto del fatto che qualcosa non andava. Il jackpot massimo previsto, infatti, ammontava a 400.000 euro. Motivo per cui il premio massimo impostato dal sistema non può superare il mezzo milione di euro.
Dopodiché è entrata in scena SNAI, in quanto concessionario del locale in questione. L’azienda ha fatto analizzare la situazione nel dettaglio e dopo l’intervento da parte di tecnici e periti è emerso un attacco hacker che avrebbe dato vita a un blackout del sistema delle videolottery. Da qui la comparsa di un dato errato relativo all’entità del jackpot.
La posizione assunta dalla Corte di Cassazione
Il caso è approdato presso il Tribunale di Lucca, i cui magistrati hanno dato ragione a SNAI negando la vincita al giocatore. Così è arrivata la decisione di portare tutto alla Corte d’Appello di Firenze. Anche in questo caso lo sfortunato gambler non ha ottenuto giustizia, visto che è stato riconosciuto il blackout ed è stato vanificato l’esito della giocata.
Tuttavia, la decisione della Corte di Cassazione ha ribaltato i due precedenti gradi di giudizio. I giudici si sono pronunciati in favore del giocatore, annullando l’esito del processo di appello. Dunque, il caso tornerà alla Corte d’Appello di Firenze, che con ogni probabilità ammetterà le attenuanti al gambler, il quale potrebbe incassare il valore massimo del jackpot, ovvero 500.000 euro.
Nonostante SNAI abbia fornito le prove del crash della rete, che aveva portato alla distribuzione di ben 241 jackpot in circa 15 minuti, la Corte di Cassazione non ne ha tenuto conto. Il concessionario, infatti, in sede processuale non ha chiamato in causa Barcrest, società inglese che gestisce il sistema centrale. Si spiega così la decisione in favore del giocatore.