La storia del blackjack dagli albori fino ai giorni nostri

Una pagina per conoscere le origini di un gioco amatissimo in tutto il mondo e la sua evoluzione nei secoli. Il racconto completo dei fatti storici - dai primi esperimenti in Europa agli anni americani, fino all’introduzione dei tavoli online e live - tra modifiche del regolamento, messe al bando nazionali e strategie matematiche per battere il banco.
Pietro Romeo, Author at imiglioricasinoonline.net Scritto da: Pietro Romeo

Pubblicato il: 26.01.2024

Carte e fiches

Una genesi come sempre dibattuta

Difficile dire con esattezza quando, dove e come è stato inventato il blackjack. Di fatto la prima documentazione del gioco appare nelle pagine delle “Novelle esemplari” di Miguel de Cervantes, una serie di racconti del 1601. In una delle storie della raccolta, il celebre scrittore spagnolo menziona un gioco dal nome “ventiuna”, del quale però non descrive le regole.

Altre fonti indicano che le origini del blackjack risalirebbero addirittura ai tempi degli antichi romani. Secondo questa teoria, le partite venivano giocate con dei blocchi di legno dai valori numerici differenti, usati al posto delle carte. Si tratta tuttavia di una congettura cui si fa menzione molto raramente, per assenza di fonti certificate.

La teoria più accreditata dagli esperti

Al netto di tutte le ipotesi plausibili e delle testimonianze scritte arrivate sino ai giorni nostri, si è pressoché concordi nell’attribuire l’invenzione definitiva ai francesi. Il gioco più affine al blackjack che conosciamo oggi si afferma infatti nei casinò transalpini del Settecento come variazione su tema del popolarissimo chemin de fer e del baccarat, prendendo da subito il nome di “vingt-et-un” (per l’appunto, ventuno).

Inizialmente però il regolamento era molto diverso da quello attuale. A seguito delle puntate effettuate da tutti i giocatori che prendevano parte al tavolo, la partita procedeva su una serie di manche consecutive fino a quando qualcuno dei contendenti non otteneva un 21. A quel punto, il fortunato poteva ritirare in blocco tutte le scommesse che stavano sul piatto.

L’approdo in America

Le rotte commerciali e i continui viaggi transcontinentali degli europei portarono il gioco dalle sale aristocratiche della Francia a quelle del Nord America. Oltre l’Atlantico, il blackjack acquisì popolarità già dai primi anni dell’Ottocento e fu finalmente chiamato con il nome che conosciamo oggi. Quest’ultimo si riferisce infatti a una mano speciale composta da jack e asso di picche, all’epoca pagata ben 10 a 1.

Il battesimo onomastico del blackjack prese dunque spunto da una trovata del regolamento che premiava una combinazione di carte molto rara con il moltiplicatore di vincita massimo. Introducendo un bonus così alto sul 21 realizzato con jack e asso di picche, le sale da gioco riuscirono ad attrarre un numero sempre crescente di scommettitori e appassionati, incrementando così i loro ricavi.

Gli anni del proibizionismo

La storia americana del blackjack, tuttavia, non fu sempre e solo rosa e fiori. Negli anni del proibizionismo infatti il gioco d’azzardo venne dichiarato illegale e di conseguenza bandito dallo Stato per un lungo periodo. Ciò comportò la nascita di un sottobosco di clandestinità che restringeva l’accesso ai tavoli a una cerchia molto ristretta di persone.

Il veto al gioco fu fortunatamente ritirato nel 1931, quando lo stato del Nevada decise di legalizzare il gambling introducendo i casinò a Las Vegas, con l’obiettivo di risollevare economicamente un territorio fino a quel momento prevalentemente desertico e inospitale. In breve tempo la città divenne tappa fissa per tutti gli appassionati del tappeto verde, provenienti dalle zone d’America limitrofe.

La storia più recente del blackjack

Il lungo periodo di inattività per via del veto governativo non riuscì tuttavia a scalfire la popolarità del blackjack, probabilmente per via della sua componente logico-aritmetica, che lo rendeva adatto allo studio di tattiche vincenti. Nel corso dei decenni, diversi studiosi e appassionati lasciarono un solco nella storia di questo gioco, ideando sistemi e stratagemmi che permisero a molti di incassare cifre da capogiro.

Gli strateghi del tappeto verde

A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, si inaugurò quella che viene etichettata dagli addetti ai lavori come una sorta di “Golden Age” per gli studi matematici applicati al blackjack. Scorrendo a ritroso la storia in cerca dei pionieri della strategia, non si può che partire dalla figura di Roger Baldwin, autore di una guida che ebbe grande popolarità tra i fanatici del gioco.

Un altro importante personaggio da menzionare è il professore Edward Thorp, la cui fama è dovuta alla pubblicazione del volume “Beat the Dealer”, avvenuta negli anni Sessanta. Il suo manuale contribuì infatti a migliorare la successiva ricerca aritmetica applicata al gambling, dando il via allo sviluppo di diverse tecniche per il conteggio delle carte.

In tempi a noi più vicini, va ricordata l’incredibile vicenda di un gruppo di studenti dell’Istituto di Tecnologia del Massachussets (MIT). Tra gli anni Settanta e Novanta, il cosiddetto “MIT Blackjack Team” si rese protagonista di alcune imprese leggendarie, riuscendo a sbancare numerosi casinò e ad accumulare vincite per milioni di dollari.

Il blackjack ai giorni nostri

Le vicissitudini storiche che ho raccontato nei paragrafi precedenti sono un miraggio del passato per i gambler attuali. Oggi basta collegarsi alla rete e fare un salto sui siti dei migliori casinò online per scommettere. I portfolio degli operatori legali sono ricchi di tavoli blackjack originali, ma offrono anche varianti interessanti come il Surrender, il Pontoon, il Vegas Strip o il Double Exposure.

Dai titoli RNG a quelli live e mobile

Gli sviluppi della tecnologia hanno portato negli ultimi anni all’introduzione di siti casinò live e alla progettazione di app casinò per smartphone e tablet. L’offerta odierna non si limita più dunque ai soli titoli RNG, ma si è ampliata a dismisura proponendo ai gambler e agli appassionati un repertorio illimitato di alternative e varianti anche per giochi diversi dal blackjack, come il poker online e la roulette.

Giornalista freelance con alle spalle importanti collaborazioni con testate tra cui Il Fatto Quotidiano e La Stampa, dal 2014 mi sono avvicinato al mondo del gambling e iniziato a scrivere articoli a tutto tondo anche su questa tematica.