La protesta dei tifosi funziona: niente Milan per Julen Lopetegui

L’hashtag #Nopetegui è durato sui social giusto una settimana, il tempo necessario ai dirigenti del Milan per capire che bisognava cambiare rotta. Si riapre dunque ufficialmente il toto nomi per trovare il diretto successore di Stefano Pioli, mentre i fedelissimi della curva continuano a sperare nell’arrivo dello svincolato Antonio Conte.
Pietro Romeo, Author at imiglioricasinoonline.net Scritto da: Pietro Romeo

Pubblicato il: 8.05.2024

Lopetegui e la protesta milanista

La petizione dopo il primo incontro ufficiale

Le voci dell’arrivo di Julen Lopetegui al Milan giravano già da un po’ di tempo, ma forse il pubblico rossonero non le aveva prese sufficientemente sul serio. Almeno fino all’incontro preliminare, avvenuto alla fine di aprile, in cui i manager della società calcistica definivano in bozza le condizioni del contratto che avrebbe legato per 3 anni il tecnico basco – ex C.T. della nazionale spagnola – al club meneghino.

Poi l’immediata protesta dei tifosi, coronata in una raccolta firme su Change.org, che nell’arco di pochi giorni supera addirittura le 10.000 adesioni. Un attestato di disistima inequivocabile, che lascia poco spazio a margini di interpretazione: un po’ come dire che i supporters milanisti non avrebbero mai puntato un centesimo sul tecnico spagnolo.

Tra le righe la petizione parla chiaro. Non si risparmiano i riferimenti al periodo madrileno dell’allenatore – chiuso con l’ennesimo esonero – e ai risultati mediocri del suo curriculum. Il tecnico non la prende bene, al punto da firmare un istantaneo accordo con il West Ham. Dopo l’ultima esperienza con il Wolverhampton, continuerà dunque il suo percorso in Premier. I milanisti possono tornare a sognare Conte.

Lopetegui, una carriera a corrente alternata

La carriera di allenatore di Julen Lopetegui comincia nel 2003, quando viene ingaggiato dal Rayo Vallecano, squadra all’epoca militante nella seconda divisione spagnola. L’esperienza non finisce affatto bene: nell’arco di poche gare arriva un esonero che lo porta lontano dalle panchine per 5 anni, fino a quando non accetta la proposta del Real Madrid Castilla, seconda squadra di Madrid militante in terza divisione.

I primi successi in bacheca arrivano con le nazionali minori, che dirige nel 2010 e fino all’aprile del 2014. In quegli anni si contano le vittorie ai Campionati Europei: prima con la Under-19, poi con la Under-20. Il successivo periodo lo vede al Porto dove – in una stagione e mezza – non riesce a vincere nemmeno un titolo, un rendimento effettivo che gli costa nuovamente la panchina.

Nonostante i risultati altalenanti, negli anni seguenti riesce ad allenare nell’ordine la nazionale maggiore spagnola, il Real Madrid e il Siviglia. I dirigenti dei blancos lo silurano dopo appena 4 mesi dall’inizio della stagione, mentre con la compagine andalusa vince la finale di Europa League 2019. Dopo l’ultima esperienza con il Wolverhampton, conclusasi con un tredicesimo posto nel 2023, tornerà dunque in Premier con il West Ham.

Giornalista freelance con alle spalle importanti collaborazioni con testate tra cui Il Fatto Quotidiano e La Stampa, dal 2014 mi sono avvicinato al mondo del gambling e iniziato a scrivere articoli a tutto tondo anche su questa tematica.